Milano, 11 giugno 2025 – Si è tenuto ieri presso l’Università Bocconi di Milano il 19° Forum Economico Italo-Tedesco Innovazione e competenze per la competitività, organizzato da AHK Italien, la Camera di Commercio Italo-Germanica. Un’occasione di dialogo strategico tra rappresentanti di primo piano del mondo economico e politico di Italia e Germania, in un momento cruciale per il futuro dell’industria europea.
Nel suo intervento d’apertura, Monica Poggio – Presidente AHK Italien e AD Bayer Italia - ha sottolineato la necessità di affrontare le trasformazioni globali con una visione comune, ribadendo come la cooperazione italo-tedesca sia essenziale per una nuova fase di rilancio industriale europeo. "Serve una programmazione a lungo termine", ha affermato, "che passi da piattaforme comuni per la ricerca, la difesa, la transizione verde e digitale. Solo un'azione congiunta tra economia e politica può garantire competitività e sovranità nel nuovo scenario globale".
In apertura dei lavori anche un videomessaggio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha ricordato l’urgenza di una strategia europea per coniugare la decarbonizzazione con le esigenze dell’industria. Tra le altre priorità evidenziate dal Ministro, un processo profondo di semplificazione burocratica, l’introduzione di incentivi europei per rilanciare il settore automotive e la riduzione delle dipendenze strategiche del nostro Continente. Nelle parole del Ministro Urso, infine, per ridurre il gap di innovazione con Usa e Cina, occorrono cooperazione, condivisione e complementarità tra Italia e Germania e sul piano europeo.
Nel corso dell’incontro è emerso con chiarezza quanto sia fondamentale, in una fase storica in cui l’innovazione è più necessaria che mai, rafforzare la collaborazione tra Italia e Germania: come confermato da Jörg Buck, Consigliere Delegato AHK Italien “l’impegno congiunto dei due governi, che si ritroveranno già all’inizio del prossimo anno per rilanciare e articolare su più livelli il Piano d’Azione bilaterale, rappresenta un segnale concreto della volontà di affrontare insieme le grandi sfide del futuro – dall’intelligenza artificiale alla biotecnologia, dagli investimenti nelle infrastrutture fino all’energia – confermando l’Italia come partner strategico per la Germania e per la competitività delle rispettive economie” aggiungendo poi “Si tratta, in altri termini, di coordinare in modo strategico risorse e politiche tra i nostri due Paesi e a livello europeo, con la creazione di piattaforme ed ecosistemi cooperativi, in cui PMI, industria, start-up e ricerca lavorino in modo integrato e nei quali vi sia una visione congiunta per lo sviluppo, l’aggiornamento e la circolazione delle competenze”.
Nel corso del Forum è stato presentato lo studio realizzato in collaborazione con INC Innovation Center, società di consulenza tedesca che opera come un “hub globale” per l’innovazione tecnologica, “Europa e DNA innovativo: su cosa si basa la competitività europea a confronto con Cina e USA?”, dal quale emerge con forza la consapevolezza che il rilancio della competitività europea debba svilupparsi attraverso innovazioni progressive, solide e sostenibili.
A differenza degli Usa, che puntano su singole eccellenze profondamente innovative, e la Cina, che coordina centralmente grandi campioni nazionali, l’Europa possiede una concentrazione unica di produzione industriale di alta qualità. Il nostro continente, inoltre, si posiziona in modo forte su una serie di indicatori, con ad esempio una spesa media, in termini percentuali, in R&D del 2,3%, a fronte del 2,4% della Cina, e un PIL pro capite (39.000 dollari) lontano da quello americano ma più che triplo rispetto a quello cinese.
Toni Drescher, CEO INC Innovation Center, ha sottolineato come l’industria europea debba impegnarsi nel gestire contemporaneamente miglioramenti incrementali, innovazioni adiacenti e salti dirompenti attraverso una coordinazione delle risorse dedicate all’innovazione così ripartite: 70% dedicate al core business, 20% adiacenti al core business e il 10% ai nuovi progetti. Così facendo l’Europa potrebbe affidare ai processi innovativi un significato profondo, ponendo come obiettivo non l’ingresso in borsa come accade in USA, o la strumentalizzazione politica come avviene in Cina ma un contributo alla resilienza e alla qualità della vita, uno strumento cioè in grado di coniugare sviluppo tecnologico e progresso sociale.
Le discussioni tra istituzioni, imprese e centri di ricerca hanno evidenziato la necessità di un cambio di passo nelle politiche europee, che si traduca in scelte più coraggiose, coordinate e orientate al lungo termine.
In questo quadro, si è sottolineata l’urgenza di concentrare gli investimenti su ambiti ad alto potenziale trasformativo, tra cui l’intelligenza artificiale, i semiconduttori, la biotecnologia e le infrastrutture energetiche, evitando la frammentazione delle risorse. Il messaggio emerso è chiaro: serve meno dispersione e più impatto.
Altro punto centrale è la creazione di condizioni normative più favorevoli all’innovazione, capaci di liberare energie imprenditoriali, facilitare l’accesso al capitale e sostenere concretamente lo sviluppo delle startup attraverso nuovi strumenti che accelerino la sperimentazione e il trasferimento tecnologico.
Nel contesto geopolitico attuale, è emersa con forza la necessità di rafforzare la sovranità tecnologica europea: Italia e Germania, grazie al loro peso economico e politico, possono e devono guidare un’azione comune per ridurre le dipendenze esterne nei settori chiave e proteggere le competenze strategiche del continente.
Infine, viene riconosciuto che la sfida dell’innovazione è prima di tutto una sfida di persone. Servono investimenti strutturali nella formazione, nella promozione delle competenze STEM e in politiche attive per attrarre e trattenere i talenti. Una strategia condivisa italo-tedesca su questi temi è vista come leva fondamentale per rendere l’Europa un polo di eccellenza anche sul piano umano.
Questi temi condivisi da AHK Italien, emersi con coerenza e urgenza durante il Forum, tracciano una direzione chiara: solo un’azione congiunta, visionaria e pragmatica potrà garantire a Italia, Germania e all’Europa un ruolo da protagonisti nella nuova economia globale. L’interdipendenza tra rilancio industriale e ambizione politica rende quanto mai fondamentale un coordinamento più stretto tra Italia e Germania, con un ruolo da protagonisti nella ridefinizione delle politiche europee per l’innovazione, la crescita e la competitività.